Scritto prima della pandemia, ‘Melma rosa’ racconta oggi il nostro tempo con inquietante precisione e una scrittura cristallina e magnetica. Fernanda Trías ha la grande dote di trovare bellezza anche nel caos, grazie a una scrittura luminosa e immagini potenti: in questa storia mette a nudo la schizofrenia di una società sempre più simile alla nostra e la fragilità dei rapporti umani, l’unica cosa che conta quando si è sull’orlo dell’abisso.In una città portuale devastata da una peste misteriosa, una donna tenta di capire perché il suo mondo sta crollando. Un vento tossico avvelena le strade e costringe a chiudersi in casa o a fuggire, i supermercati si svuotano e la melma rosa prodotta con scarti animali è ormai l’unico alimento reperibile, ma c’è dell’altro: il collasso di tutti i suoi legami affettivi, l’incertezza, il peso dei ricordi. Mentre mette insieme i risparmi con l’idea di partire per il Brasile, la protagonista si muove fra la madre, a cui da sempre la lega un rapporto fortissimo ma conflittuale; Max, l’amore che non riesce a dimenticare, ora ricoverato dopo il contagio; e Mauro, il ragazzino di cui si prende cura, afflitto da una fame insaziabile. Partire equivale a salvarsi, eppure farlo senza di loro è impossibile.
Fernanda Trías (Montevideo, 1976) è scrittrice, traduttrice e docente di scrittura creativa. È autrice della raccolta di racconti No soñarás flores e dei romanzi ‘La azotea’ e ‘La ciudad invencible’. La pubblicazione di Melma rosa, accolto stupendamente dalla critica e dei lettori e opzionato per la trasposizione cinematografica, l’ha consacrata come una delle migliori autrici della sua generazione.
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