Un romanzo/saggio che pesca nel repertorio del «memoir» e si propone anche come una sorta di trattato filosofico ed estetico sulle arti marziali. Ma anche un libro pieno d’amore e di dolore in cui un uomo arrivato alla soglia dei settant’anni tenta di riconciliarsi con un’infanzia complicata, a cui è sopravvissuto anche proprio grazie al judo e al karate, di cui adesso è esperto e maestro e che tuttora fungono da riferimento ideale e «spirituale» nel suo lavoro di filosofo. La cronaca autobiografica, mai come in questo romanzo così sincera per l’autore di La tentazione, narra di un bambino lacerato tra l’amore per la madre e quello per un padre «acquisito» che lui vorrebbe far diventare il padre che non ha avuto. Un uomo dolce, attento, forte e sicuro, che addestra il piccolo Luc alle arti marziali di cui è appassionato maestro, introducendolo in un mondo di equilibrio, di saggezza, di elasticità e di potenza, ma anche di attenzione per l’altro, per il corpo, per il cadere e il risollevarsi. Una filosofia universale, cui la madre si oppone in un impeto di incauta possessività cercando di impedire che l’uomo che ama e che ha scelto di avere accanto le allontani il figlio. E poi la vita da adulto, da giovane uomo, da scrittore, da padre, da docente di estetica e – a sua volta – di arti marziali. Eppure Racconto di una lotta è molto più di questo: è un saggio filosofico, un «manuale», una confessione, un viaggio in Oriente, un romanzo di formazione, un «canto» poetico sull’essere e lo stare, sul rimanere in equilibrio e il cadere, sul risollevarsi e il resistere. È, soprattutto, il romanzo forse più compiuto e personale di uno dei più importanti autori della letteratura francese contemporanea.
Luc Lang insegna estetica all’École nationale supérieure des Beaux-Arts di Cergy-Paris ed è autore di undici romanzi, tra cui La tentazione (Clichy 2019, Prix Médicis). Altri suoi celebri titoli sono Les Indiens (2001), La fin des paysages (2006), Au commencement du septième jour (2016, pubblicato in Italia da Fazi), L’autostrada (Clichy 2021) e Il giudizio universale
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