Alcuni lo chiamano giornalismo narrativo. Per altri è il caro vecchio reportage.
Daniele Rielli, noto anche con lo pseudonimo di “Quit the doner”, lo realizza in maniera talmente alta e godibile che una casa editrice dal catalogo sofisticato come la Adelphi lo ha pubblicato in una delle sue collane più prestigiose.
Raramente ne abbiamo letti di tanto divertenti e dissacranti, capaci di farci capire questo nostro presente.
Vi ritroviamo fantasmagorici rituali – di iniziazione – dei promotori di startup, riuniti in un conclave a Londra. I saturnali, al Mugello, di una delle ultime divinità italiane: Valentino Rossi. Il matrimonio fra i rampolli di due miliardari indiani – per tacer dell’elefante – nel cuore della Puglia. L’incontro, a New York, con un sopravvissuto alla sua stessa leggenda, Frank Serpico. Il paradiso – o l’inferno – artificiale nella sua versione più aggiornata, il poker online. Non importa da quale ingresso Daniele Rielli decida di entrare nel diorama ibrido e surreale che chiamiamo contemporaneità. Importa come ne racconta, ogni volta, un angolo diverso. E quanto, ogni volta, riesca a farci ridere, anche a denti stretti.
